LA FEBBRE DEL SABATO SERA – recensione di Sofia Bettocchi

Con “La febbre del sabato sera“ gli anni ’70 accendono il Teatro Giuditta Pasta

Anni ’70, Stati Uniti d’America.

La scena si apre con un bellissimo sfondo della città di New York e immediatamente una coreografia di tutti gli attori inizia sul palco. Ed ecco che il pubblico si scalda, lo spettacolo inizia con la famosissima Staying Alive.

E improvvisamente arriva lui: Tony Manero, giovane ragazzo italoamericano, sempre in cerca di nuove avventure e con un talento straordinario: il ballo.

La scena passa al negozio di vernici, luogo in cui lavora Tony.

Ed ecco, poi, la discoteca Odissea 2001, il luogo dove Tony trascorre la maggior parte delle sue serate e dove conosce nuove persone; è qui, infatti, che incontrerà Stephanie, italoamericana anche lei, che diventerà compagna di ballo e amica di Tony.

Oltre a Stephanie, Tony ha anche quattro inseparabili amici: Gus, Joey, Double X e Bobby C, ed è proprio lui, che con un suo errore, aprirà gli occhi a Tony e gli farà capire la vera realtà.

Un insieme di musiche, coreografie e luci hanno trasmesso delle emozioni fortissime.

Le scene corali (e non) hanno messo in luce diverse tematiche che anche al giorno d’oggi si possono ritrovare.

Una delle tante è la relazione con la famiglia, una famiglia, quella di Tony, composta da mamma, papà, sorella Linda e il fratello Frank Junior. Tony è visto come la pecora nera della famiglia e sarà lui nel corso dello svolgimento a farsi valere.

Un’altra tematica affrontata è quella dell’abuso di alcool, che a volte porta anche a rischiare la vita, come è successo a Bobby.

Questo spettacolo è un tuffo nel divertimento, nell’allergia e nell’energia positiva: la musica e la capacità degli attori di coinvolgere il pubblico è stata incredibile.

A fine spettacolo, addirittura, gli attori hanno invitato il pubblico a ballare con loro. Un finale con il botto insomma!

di SOFIA BETTOCCHI

1 commento
  1. Giovanna gori
    Giovanna gori dice:

    Spettacolo bellissimo. Finalmente un musical con le canzoni originali (non si possono sentire i bee gees in italiano)bravi il cast al completo.ottimi cantanti ballerini ed attori.
    Peccato il palco un po piccolo che sacrifica le scene
    Soldi spesi benissimo

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