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Nella fucina dell’arte la bontà non conta niente

Amadeus di Peter Shaffer, nella versione registica di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia prodotta dal Teatro dell’Elfo, viene proposto in tour nella stagione 25/26.
L’autore basa il suo dramma su una storia, o meglio su una leggenda, nota: Antonio Salieri, maturo e affermato musicista, avvelena per invidia il giovane genio Mozart. Al debutto al National Theatre di Londra nel 1979 la pièce ebbe un grande successo, confermato poco dopo a New York, dove ottenne numerosi riconoscimenti (tra cui i Tony Award come miglior spettacolo, miglior regia a Peter Hall e miglior attore a Ian McKellen). Ma ciò che rese universalmente celebre l’opera (e la leggenda su cui si fonda) fu il film di Miloš Forman (alla cui sceneggiatura lavorò anche Shaffer), che quarant’anni fa si aggiudicò otto premi Oscar.
La regia di Bruni/Frongia esalta la forza del testo, che ha il ritmo, la profondità e la tensione di un classico, imprimendogli l’andamento di un capriccio allucinato e sontuoso, un sogno che piano piano assume i contorni perturbanti di un incubo. Ferdinando Bruni è Salieri che, attraversando le età della vita, come un deus ex-machina evoca dal passato i personaggi della ‘sua’ storia. Accanto a lui Daniele Fedeli, l’attore-rivelazione di Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte nel ruolo del giovane irriverente e sboccato Mozart. Antonio Marras firma i costumi e veste gli interpreti con sontuosi abiti di un ‘700 immaginario dagli inserti molto contemporanei. La scena è un salone, trasfigurato dalle proiezioni di una sorta di lanterna magica, nella quale si muovono musicisti, nobili e dignitari della corte di Giuseppe II: Riccardo Buffonini, Matteo de Mojana, Alessandro Lussiana, Ginestra Paladino, Umberto Petranca, Luca Toracca e la giovane Valeria Andreanò, nel ruolo di Constanze, la moglie di Mozart.

Dalle note di regia
La leggenda che Peter Shaffer rielabora nel suo testo forse si basa su voci e pettegolezzi dell’epoca (ma gli storici, in linea di massima, non le accreditano nessun fondamento); più probabilmente nasce da un’invenzione di Puškin che nel suo microdramma Mozart e Salieri ci racconta per la prima volta la favola.
Antonio Salieri è, meritatamente, uno dei più famosi compositori della sua epoca, vive in una posizione di assoluto privilegio, le sue opere sono note e apprezzate, è un artista raffinato, stimato e riconosciuto. Niente e nessuno dovrebbe preoccuparlo. È arrivato a occupare questa invidiabile posizione grazie a un patto fra lui e Dio: devozione in cambio di successo. O almeno questo è quello di cui è convinto. Il primo sintomo di una follia che lo porterà a vedere nel genio di Mozart un tradimento del Creatore nei suoi confronti.
Mozart rappresenta per la sua epoca (e non solo) la modernità. Le sue idee, il suo personaggio, la sua musica sono ancora oggi fonte di meraviglia e studio. Salieri riconosce in Mozart l’unicità del genio. Dio non ha tenuto fede al patto: ora è Amadeus lo strumento che il Creatore usa per far sentire la sua voce sulla terra. E allora che sia guerra fra Antonio Salieri e il suo Dio: il campo di battaglia sarà Mozart. Inizia così un lento e meticoloso lavoro di demolizione delle possibilità di affermazione del giovane Mozart, piano piano, senza mai esporsi, fino all’annientamento, fino alla morte.
Il testo Shaffer inizia a Vienna nel 1823, Antonio Salieri, vecchio, dimenticato e prossimo alla morte, ripercorre la vicenda del suo tragico rapporto con Mozart – Ama-deus, colui che ama Dio e che da Dio è amato – conclusasi con la morte del giovane e geniale compositore trent’anni prima. Peter Shaffer inventa un ‘capriccio’ allucinato e potente, sicuramente non un testo ‘storico’, ma un apologo sull’invidia, con un capovolgimento finale che sposta il senso della leggenda creata da Puskin: è ovvio che Salieri, mediocre anche nella cattiveria, non ha avvelenato Mozart, la sua malvagità non è arrivata fino a questo punto, ma farà qualsiasi cosa perché tutti lo credano, in modo che il suo nome possa essere legato in eterno a quello del salisburghese e che questo delitto non commesso gli conceda l’immortalità.

AMADEUS
di Peter Shaffer
regia FERDINANDO BRUNI e FRANCESCO FRONGIA
costumi Antonio Marras
con Ferdinando Bruni e Daniele Fedeli

produzione Teatro dell’Elfo
con il contributo di NEXT

SPETTACOLO
Giovedì 5 febbraio 2026 | ore 20.45
Rassegna PROSA

80 ANNI SUONATI
80a Stagione Sinfonica Orchestra I Pomeriggi Musicali

PROGRAMMA

  • Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791)
    Sinfonia concertante in Mi bemolle maggiore K364
  • Arnold Schönberg (1874 – 1951)
    Kammersymphonie n. 2 op. 38
  • Darius Milhaud (1892 – 1974)
    Le beouf sur le toit op. 58

direttore Beatrice Venezi
violino Alessandro Milani
viola Luca Ranieri
Orchestra I Pomeriggi Musicali

SPETTACOLO
domenica 6 aprile 2025 | ore 16.00

INFO
Spettacolo inserito nell’abbonamento Musica

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1829. Felix Mendelssohn visita la Scozia e rimane folgorato dal paesaggio dell’Isola di Staffa, e in particolare dalla Grotta di Fingal. In quel luogo, travolto dall’ispirazione, scrive la prima celebre frase musicale dell’ouverture “Le Ebridi”, che appunta su un foglio e spedisce in una lettera alla sorella. La carica emotiva di questa composizione testimonia come il Romanticismo stia ormai affermandosi con forza, ma la ricerca del rispetto delle proporzioni all’interno della struttura musicale prova altresì come la lezione dei grandi maestri del Classicismo sia ancora viva nella mente del giovane Mendelssohn. Ecco spiegarsi allora come il tema iniziale de “Le Ebridi” coniughi tanto l’urgenza espressiva quanto l’osservanza di quelle proporzioni classiche che potremo apprezzare ancora meglio nella loro perfezione nelle due composizioni a seguire di Mozart e Beethoven. Affiancare questi due capolavori consente di ribaltare la prospettiva con la quale siamo soliti considerare i due compositori. Se nel Concerto l’imponenza della forma e la complessità quasi “Beethoveniana” della parte solistica fa emergere la piena maturità compositiva di Mozart, nella Sinfonia conosceremo invece un Beethoven dalla scrittura frizzante ed energica, ma anche estremamente tenera nello spunto melodico del secondo movimento.

Crediti
Orchestra Settembre Classico
Direttore, Stefano Nigro
Pianoforte, Noemì Teruel Serrano

  • Felix Mendelsoohn-Bartholdy (1809 – 1847), Le Ebridi (“La grotta di Fingal”)
    Ouverture da Concerto in Si minore op. 26 (MWV P7)
  • Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791), Concerto per pianoforte e orchestra n. 22 in Mib maggiore K. 482
  • Ludwig van Beethoven (1770 – 1827), Sinfonia n. 4 in Sib maggiore op. 60

Spettacolo
domenica 29 ottobre 2023 | ore 16.00

Concerto gratuito inaugurale della Stagione Teatrale 2018/2019

Il viaggio di formazione del giovane Mozart in Italia ha avuto come prima tappa la città di Milano. Qui Mozart entra in contatto con G.B. Sammartini e la scuola sinfonica milanese, fondamentali per la crescita e lo sviluppo del giovane musicista.

L’Orchestra da Camera “Ildebrando Pizzetti”, dopo quasi 250 anni dal primo viaggio del compositore a Milano, propone un programma esclusivamente dedicato alle composizioni del soggiorno meneghino. Si potranno ascoltare accanto ad un brano celeberrimo come l’Exultate Jubilate, sinfonie ed arie meno note ed eseguite.

Programma
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sinfonia K 74 in Sol maggiore
Se tutti i mali miei K 83, aria per soprano e orchestra
Cara, lontano ancora da Ascanio in Alba K 111, aria per soprano e orchestra
Sinfonia K 112 in Fa maggiore
Exultate jubilate! K 162, mottetto per soprano e orchestra
Sinfonia K 84 in Re maggiore

Informazioni
direttore: Enrico Saverio Pagano
soprano: Carlotta Colombo

Spettacolo:
domenica 7 ottobre | ore 17.00

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

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Don Giovanni di W. A. Mozart, un classico al Giuditta Pasta di Saronno
“Don Giovanni ossia Il dissoluto punito”

È un melodramma giocoso in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte: è la seconda delle tre opere italiane che il compositore austriaco scrisse e venne composta tra il marzo e l’ottobre del 1787, quando Mozart aveva 31 anni.

L’opera debuttò al Teatro degli stati di Praga e solo l’anno successivo a Vienna con un cambiamento del libretto.

Il Don Giovanni è considerato uno dei massimi capolavori di Mozart, ma anche della storia della musica: in esso si realizza un perfetto equilibrio tra comico, con le caratterizzazioni di Leporello e Masetto, e tragico, nello scontro tra il mondo delle leggi morali e l’opposizione del protagonista.

Don Giovanni è un nobile cavaliere con una passione sfrenata per le donne; pur di conquistarle, ricorre a qualsiasi mezzo, compreso l’inganno e la menzogna.

Informazioni
melodramma giocoso in due atti di W. A. Mozart
su libretto di Lorenzo da Ponte
coro dell’Opera di Parma
M° del coro Emiliano Esposito
Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane
M° concertatore e direttore Stefano Giaroli
regia di Pierluigi Cassano
scene e costumi Arte Scenica – Reggio Emilia
una produzione Fantasia in Re

Don Giovanni – Marzio Giossi
Leporello – Alberto Bianchi
Donna Elvira – Renata Campanella
Donna Anna- Hiroko Morita
Don Ottavio – Alessandro Viola
Zerlina – Scilla Cristiano
Masetto – Lucas Moreira Cardoso
Il Commendatore – Massimiliano Catellani
Spettacolo
sabato 17 marzo | ore 20.30
Biglietti
posto unico: 30 euro
ridotto over70: 27 euro
gruppi organizzati: 25 euro
ridotto under26: 15 euro
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