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C’è una storia vera e c’è un romanzo.

La storia vera è quella di Franca Viola, la ragazza siciliana che a metà degli anni 60 fu la prima, dopo aver subito violenza, a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”.

Il romanzo prende spunto da quella vicenda: la evoca e la ricostruisce, reinventando il reale nell’ordine magico del racconto. Oliva è una quindicenne che nell’Italia di quegli anni, dove la legge stabiliva che se l’autore del reato di violenza carnale avesse poi sposato la “parte offesa”, avrebbe automaticamente estinto la condanna, cerca il suo posto nel mondo. E, in un universo che sostiene che “la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”, un’Oliva adulta ci narra la sua storia a ritroso, da quando – ragazzina- si affaccia alla vita, fino al momento in cui, con una decisione che suscita scandalo e stupore proprio perché inedita e rivoluzionaria, rifiuta la classica “paciata” e dice no alla violenza e al sopruso.

Una storia di crescita e di emancipazione che scandaglia le contraddizioni dell’amore e si insinua tra le ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa.  Oliva, proprio come Franca Viola, decide di essere protagonista delle proprie scelte, circondata da una famiglia che impara con lei e grazie a lei a superare ricatti, stereotipi e convenzioni. Un padre che frequenta il silenzio e il dubbio, ma che riuscirà a dire alla figlia “se tu inciampi io ti sorreggo”, e una madre che, dapprima più propensa a piegarsi alla prepotenza e al fatalismo, riuscirà infine a spezzare le catene della sottomissione e della vergogna.

Grazie alla scrittura limpida e poetica, teatrale e immaginifica di Viola Ardone, Oliva Denaro diventa così la storia di tutte le donne che ancora oggi pensano e temono di non aver scelta, costrette da una legge arcaica e indecente ad accettare un aguzzino e un violentatore tra le mura di casa. Una storia di ieri e di oggi, che parla di libertà, civiltà e riscatto.

Crediti
regia e drammaturgia Giorgio Gallione
dall’omonimo romanzo di Viola Ardone
con Ambra Angiolini
produzione Agidi – Goldenart Production

Spettacolo
giovedì 18 gennaio 2024 | ore 20.45

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Rassegna di appartenenza: Prosa classica

Protagonista il signor Steva, un maturo sensale, vessato dalla moglie autoritaria e con una figlia da maritare, appunto, per la quale sembra esserci lo spasimante ideale nel Signor Riccardo, figlio di un senatore, in concorrenza con Cesarino, altro pretendente che però non pare abbia i requisiti necessari per giungere trionfante al traguardo. Il piatto è servito, lo show inizia: per maritare la ragazza si fanno carte false, i pretendenti vanno e vengono in una sequenza di situazioni infinite da risata.

La commedia originale fu scritta dal genovese Niccolò Bacigalupo, ma venne poi “riadattata” con molta libertà da Govi, il quale la portò al successo già negli anni Venti.

«Mi è stato chiaro fin da subito – scrive Solenghi nelle note di regia – che mi trovavo di fronte ad una autentica “maschera” della commedia, e così come non proverei alcun imbarazzo nel riprodurre “lo stampo” scenico di un Arlecchino, mi lascerò docilmente calare nei panni e nella mimica di Gilberto Govi assimilandone ogni frammento, ogni sillaba, ogni atomo. Non esiterei a definirla una sorta di stimolante “archeologia teatrale” che permetta al pubblico odierno, in una sorta di viaggio nel tempo, di rivivere coi Maneggi uno dei momenti più esaltanti della più grande personalità teatrale genovese del secolo scorso.»


Al fianco di Solenghi, nel ruolo che fu della moglie di Govi, Rina, Elisabetta Pozzi, che qui abbandona le grandi figure drammatiche femminili che l’hanno resa celebre per calarsi in un ruolo totalmente comico.  Ad impreziosire l’allestimento, le scene e i costumi di Davide Livermore, che ha voluto rendere omaggio al bianco e nero delle commedie goviane riprese dalla RAI. Fondamentale, poi, per la trasformazione di Solenghi in Govi, il trucco e parrucco di Bruna Calvaresi.

Crediti
regia Tullio Solenghi
con Tullio Solenghi Steva
Elisabetta Pozzi Giggia
Stefania Pepe Cumba
Laura Repetto Matilde
Isabella Loi Carlotta
Federico Pasquali Cesare
Pier Luigi Pasino Pippo
Riccardo Livermore Riccardo
Roberto Alinghieri Venanzio
Regia Tullio Solenghi
Scene e costumi Davide Livermore
Trucco e parucco Bruna Calvaresi
Regista assistente Roberto Alinghieri
Scenografa e costumista assistente Anna Varaldo
Coproduzione Teatro Sociale Camogli, Teatro Nazionale di Genova, Centro Teatrale Bresciano

Spettacolo
giovedì 21 marzo 2024 | ore 20.45

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Rassegna di appartenenza: Prosa Classica

 

di William Shakespeare

Il giovane fiorentino Giovanni Ortoleva, menzione speciale nel concorso “Registi under 30” della Biennale di Venezia 2018, firma adattamento e regia di quella che è considerata da molti critici la migliore commedia di Shakespeare. Composta intorno al 1600, è l’ultima commedia giocosa del Bardo prima della stagione delle grandi tragedie e delle commedie nere.

Sulle coste dell’Illiria, l’amore si diffonde a ritmo endemico. Il duca Orsino è innamorato di Olivia, ricca contessa che si nega alla sua vista per onorare il ricordo del fratello scomparso. Quando nel paese arriva Viola, una giovane reduce da un naufragio che prende servizio dal duca travestendosi da uomo col nome di Cesario, la ragazza si innamora perdutamente di Orsino e fa innamorare di sé la contessa Olivia, creando un triangolo irrisolvibile. Nel frattempo, presso la corte di Olivia, il maggiordomo Malvolio viene beffato dagli altri cortigiani – il fool Feste, la cameriera Maria, Sir Tobia e Sir Andrea (amico di Sir Tobia e pretendente di Olivia) –, i quali gli fanno credere di essere amato dalla padrona. A complicare ulteriormente la situazione arriverà in Illiria anche il gemello creduto morto di Viola, Sebastiano; dopo una lunga serie di fraintendimenti e imprevisti, la storia troverà finalmente il suo “lieto” fine. Una commedia sorprendente, amara ma lieve, surreale ma terrena, profondamente malinconica e irresistibilmente divertente.

Crediti
adattamento e regia Giovanni Ortoleva
traduzione Federico Bellini
con Giuseppe Aceto, Alessandro Bandini, Michelangelo Dalisi,Giovanni Drago, Anna Manella, Alberto Marcello, Francesca Osso, Sebastian Luque Herrera, Aurora Spreafico
scene Paolo Di Benedetto
costumi Margherita Baldoni
luci Fabio Bozzetta
progetto sonoro Franco Visioli
assistente alla regia Alice Sinigaglia
assistente scenografo Andrea Colombo
direttore di scena e capo macchinista Stefano Orsini
capo elettricista e datore luci Fabio Bozzetta
fonico Nicola Sannino
sarta realizzatrice e di scena Margherita Platé
scene realizzate da Allestimenti Arianese srl
produzione LAC Lugano Arte e Cultura
in coproduzione con Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Centro D’arte Contemporanea Teatro Carcano, Arca Azzurra
partner di ricerca Clinica Luganese Moncucco

Spettacolo
giovedì 18 aprile 2024 | ore 20.45

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Rassegna di appartenenza: Prosa classica

 

 

Spettacolo vincitore HYSTRIO TWISTER 2023

“Amo i classici da sempre. Con essi imparo cos’è il teatro e cos’è l’essere umano. Con i contemporanei imparo a conoscere la realtà presente e l’epoca in cui vivo. Insomma classico e contemporaneo si riguardano, si specchiano l’un con l’altro, si nutrono a vicenda. Il crollo dei valori dell’umanesimo, il prevalere della forza, dell’ambiguità più feroce, il trionfo del narcisismo e della pochezza emergono da questo testo per ritrovarsi intatti tra le pieghe dei giorni stranianti e strazianti che stiamo vivendo. È incredibile quanto una scrittura che risale al 423 a.C. risuoni chiara e forte alle orecchie di un cittadino del terzo millennio. […] La democrazia ateniese fa acqua da ogni parte, contraddice i suoi stessi valori, è populismo che finge di affermare i sacri valori della libertà.  È la legge del più forte, anche se apparentemente garantisce spazio e parola a tutti.”
Serena Sinigaglia

Un gruppo di donne, le madri dei guerrieri argivi morti nel fallito assalto a Tebe, supplica gli ateniesi di aiutarle a dare degna sepoltura ai figli, poichè i tebani negano la restituzione dei cadaveri. Il re ateniese Teseo risponde alla loro supplica, in osservanza della propria legge che impone di onorare i morti, nell’ottica ateniese dei valori di democrazia, libertà, uguaglianza, contrapposti alla tirannide di Tebe.

Il ciclo continua. Allora, ora, sempre. E il teatro lo svela nei suoi infiniti aspetti.

Crediti
di Euripide
traduzione di Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi
drammaturgia a cura di Gabriele Scotti
regia Serena Sinigaglia
con Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Virginia Zini, Debora Zuin
cori a cura di Francesca Della Monica
scene di Maria Spazzi
costumi e attrezzeria di Katarina Vukcevic
luci di Alessandro Verazzi
assistente alla regia Virginia Zini
assistente alle luci Giuliano Almerighi
musiche e sound design di Lorenzo Crippa
movimenti scenici e training fisico a cura di Alessio Maria Romano
assistente al training  Simone Tudda
produzione ATIR – Nidodiragno/CMC – Fondazione Teatro Due, Parma
con il sostegno di NEXT ed. 2021/2022 Progetto di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo
in collaborazione con Cinema Teatro Agorà, Cernusco sul Naviglio

Spettacolo
giovedì 7 marzo 2024 | ore 20.45

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Rassegna di appartenenza: Prosa classica

 

CERCANDO UN TETTO A DIO
speciale Giornata della Memoria

Giornalista e scrittrice, Marina Corradi ha eseguito la riduzione dei Diari e delle Lettere di Etty Hillesum, interpretandoli in modo estremamente essenziale, senza tralasciare alcun passaggio del percorso umano della protagonista. Il monologo sarà accompagnato da canzoni yiddish cantate dal vivo e da musiche originali composte dal musicista Ferdinando Baroffio.
“C’è una umanità sbalordita davanti al suo patibolo, nel diario della ragazza ebrea che sa che il prossimo treno caricherà lei e i suoi genitori. Sappiamo tanto di ciò che accadde ad Auschwitz, ma non avevamo mai letto con questa straziante limpidezza i pensieri degli uomini chiamati dall’“ordine della notte”.
Ciò che sbalordisce nell’inferno è però che la Hillesum non sia disperata. E non solo perché, come tutti, di notte guarda gli aerei degli Alleati, pregando che una bomba spezzi i binari, fermi i treni. Ancora cinque giorni prima di partire scrive: «La vita è meravigliosamente buona nella sua inesplicabile profondità». E dal suo treno lancia una cartolina: «Siamo partiti cantando».
Negli appunti scarni di una giovane ebrea verso Auschwitz, dal fondo dell’abisso, il mistero di una speranza inaudita.

Crediti
regia Andrea Chiodi
di Marina Corradi
con Angela Demattè
musiche Ferdinando Baroffio
con la partecipazione del coro Hebel del Liceo S.M. Legnani diretto dal maestro Raffaele Cifani

Spettacolo
sabato 27 gennaio 2024 | ore 20.45

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Rassegna di appartenenza: Prosa classica

Da questa sera si recita a soggetto, ovvero si improvvisa.
Come prevedere dunque cosa accadrà proprio durante lo spettacolo che vedrete voi?
Dipende dal pubblico, dal clima, dagli attori, da chi sceglierà di parlare per primo. A soggetto, ovviamente; a braccio, con dei punti fissi ma senza copione.

Proprio come indicato nella pièce originale di Pirandello, anche nello spettacolo Da questa sera si recita a soggetto! di Paolo Rossi è prevista la partecipazione del pubblicoche gentilmente si presterà”.

Coma fare per essere pubblico attivo?

Chi desidera contribuire attivamente allo spettacolo come claque o agitatori in platea, come provinandi o testimoni oculari sul palco può scrivere una mail a: biglietteria@teatrogiudittapasta.it, indicando i propri dati e fila e posto occupati in sala.
Una volta ricevuta conferma l’appuntamento è 2 ore prima dell’inizio dello spettacolo, nel foyer del teatro dove gli incaricati della compagnia forniranno loro le necessarie ma semplici istruzioni per vivere una serata a teatro irripetibile e, soprattutto, veramente “dal vivo” e in prima (o seconda) persona.

Sinossi

Si parte dalla pièce di Pirandello, il quale nell’avvertenza posta in testa al terzo dramma della “trilogia del teatro nel teatro” si premura di scrivere al primo rigo: “L’annunzio di questa commedia, così nei giornali, come nei manifesti, dev’esser dato, senza il nome dell’autore”. Ovvero senza il suo di nome. E nell’elenco degli attori e delle attrici in cartellone mette al primo posto: “col concorso del pubblico che gentilmente si presterà”.

Da questo testo si partirà per un viaggio, sempre accompagnati dal capocomico Paolo Rossi e la sua compagnia di giro, in un percorso sì pirandelliano, ma anche profondamente attuale. Perché Paolo da un lato parla direttamente con Luigi Pirandello e si lascia consigliare e portare avanti nella trama, dall’altro resta e rimane ancorato alla realtà, e a come la realtà odierna e più spiccia non possa non entrare inevitabilmente in qualsiasi cosa che sia viva come il teatro. La vita nel teatro, dunque, ma anche il teatro nella vita, ovvero il nostro bisogno continuo di mostrarci performanti in tv e sui social. Forse ci siamo tutti trasformati in personaggi tragicomici in cerca d’autore.

“Ma scusa, se Pirandello pur di mantenere il segreto più misterioso sul suo testo ha fatto togliere il proprio nome dal cartellone”, dice Paolo Rossi, “chi sono io per spoilerare ciò che accadrà nello spettacolo di questa sera? Non sono mica un indovino, sono un comico scavalcamontagne. Se le parole per la “scheda” non le ha trovate un premio Nobel per la Letteratura, non potete pretenderle da me che ho fatto l’Itis!” E conclude: “Perché mettere in scena proprio questo testo? I miei maestri sono Fo, Gaber, Jannacci, Strehler e Pirandello. Ma Pirandello è quello che ultimamente frequento più spesso. Mi è anche apparso in sogno. Una volta, c’era anche Marta Abba, mi ha parlato di questo testo spiegandomi perché fosse proprio il momento giusto. Ma mi son svegliato per andare in bagno appena prima che me lo svelasse.”

Lo svelamento avverrà direttamente sul palco, dal vivo. Ma solo a patto che tutti s’improvvisi all’unisono.

Crediti
drammaturgia di Paolo Rossi e Carlo G. Gabardini
con gli attori Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Caterina Gabanella, Laura Bussani, Alessandro Cassutti
e con la partecipazione del pubblico
aiuto regia Luca Orsini
scene Lorenza Gioberti, costumi Elisabetta Menziani, luci Elena Vastano
ideazione e regia di PAOLO ROSSI
produzione AGIDI srl

Spettacolo
giovedì 14 dicembre 2023 | ore 20.45

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