DA QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO!

IL METODO PIRANDELLO

Il pubblico è in attesa che cominci lo spettacolo. Una discussione proviene da dietro il sipario e irrompe in sala a sipario alzato tra lo sconcerto generale. Degenera in lite e coinvolge tutti, attori e spettatori.
Il motivo della disputa riguarda il metodo da utilizzare per la messa in scena della commedia che deve essere rappresentata a soggetto.

Era destino che Paolo Rossi si confrontasse prima o poi con questa opera di Pirandello, parte della trilogia del “teatro nel teatro” che rivoluzionò il modo tradizionale di recitare, non limitando l’azione degli attori al solo palcoscenico ma facendoli recitare anche in platea, nei palchi, nel foyer, coinvolgendo il pubblico come fosse parte dello spettacolo.

“Il mio è sempre stato un teatro partecipato, come un tempo mi piaceva chiamarlo, un teatro di ri-animazione dove il pubblico è spettatore attivo- spiega Paolo Rossi. Ogni serata sarà speciale ed unica perché sarà come il primo giorno di prova di uno spettacolo teatrale: scopriremo il come, il quando e il perché nasce uno spettacolo, svelando la magia della creazione artistica e la nascita di una nuova opera.”

Le proficue, allegre ed interessanti esperienze che sono nate dai laboratori teatrali che Paolo Rossi ha tenuto e sta tuttora tenendo in giro per l’Italia nelle più importanti realtà accademiche, sono il viatico di questo nuovo progetto artistico che ha portato Rossi a confrontarsi con il drammaturgo siciliano più famoso al mondo: Luigi Pirandello. Il lavoro rigoroso che Paolo sta facendo insieme ai suoi allievi sulla improvvisazione, sia individuale che collettiva, insieme al lavoro altrettanto rigoroso dello studio mnemonico di un testo che aiuti la tecnica improvvisativa, alla stregua di un jazzista che gioca con le note non più fissate su uno spartito, sono le premesse fondamentali per arrivare ad esplorare uno dei testi più rappresentativi sul tema della improvvisazione e la conseguente rottura della “quarta parete”: “Questa sera si recita a soggetto” emblema del teatro nel teatro.

Una esplorazione che non può essere fatta senza immaginarla nel nostro presente quotidiano: la contemporaneità è infatti per Rossi un elemento fondamentale dell’espressione artistica che permette di rendere il pubblico protagonista tanto quanto gli attori, l’autore e il regista stesso. Parlando di Paolo Rossi non si può prescindere dalla sua vocazione verso il teatro popolare che mai come oggi deve essere inteso come teatro partecipato che ha la grossa responsabilità non solo di creare una comunità ma anche quella di gestire, come solo dal vivo si può fare, la relazione sempre più ambigua, indistinta e confusa fra fiction e realtà.

In scena insieme a Paolo Rossi e ad altri attori professionisti ci sarà un gruppo di giovani aspiranti attori, scelti dopo attenta selezione fra i migliori partecipanti ai laboratori da lui tenuti. A questa “compagnia di giro” fissa si aggiungeranno ad ogni replica, dopo attento arruolamento da parte del regista, comparse e parti minori scelte tra il pubblico.

Insomma… questa sera si recita (davvero!) a soggetto.

PAOLO ROSSI Biografia

Nato nel ‘53 a Monfalcone, milanese d’adozione, Paolo Rossi spazia da quarant’anni dai club ai grandi palcoscenici, dal teatro tradizionale al cabaret, dalla televisione al tendone da circo: ma dovunque ha proposto il suo personale modo di “fare spettacolo” che, pur immergendosi appieno nelle tematiche dell’oggi, non prescinde mai dall’insegnamento dei classici antichi e moderni, da Shakespeare a Moliere a Brecht, alla amatissima Commedia dell’Arte. Paolo Rossi ha avuto l’immenso merito di accostare i pubblici del teatro e dei tendoni rock, e tanti dei suoi monologhi volano infatti come canzoni, con una presa mass-mediologica straordinaria, anche per quella sua incredibile capacità di dar sempre nuova vita e idee ad un teatro non accademico che ha però il coraggio di non tradire le proprie radici storiche.

Apprendista comico sulle pedane dei club, esordisce come attore nel ‘78 in Histoire du Soldat per la regia di Dario Fo. A lungo con la compagnia del Teatro Dell’Elfo, nel 1984 interpreta con grinta e passione Nemico di Classe diretto da Elio De Capitani, e nel 1985 Amanti e Comedians diretti da Gabriele Salvatores; veste poi i panni di Ariel ne La Tempesta con Carlo Cecchi.

Presto irrompe il suo personale e creativo modo di fare teatro: ecco quindi Recital, Chiamatemi Kowalski (1987), The Times They Are a-Changin’… Un’altra Volta … Again!, cui seguono spettacoli dalla struttura originale che li fa definire “antimusical sociali”, tutti con la regia di Giampiero Solari: tra questi, Le Visioni di Mortimer (1988); La Commedia da due lire (1990), significativa esperienza di rilettura di un particolarissimo classico come “L’opera del Mendicante” di John Gay; C’è Quel che C’è e contemporaneamente il monologo Operaccia Romantica, nel 1991, con cui Paolo Rossi offre un quadro irriverente dell’Italia contemporanea, sollevando entusiasmi unanimi tra pubblico e critica. Nel ‘93 interpreta Pop & Rebelot e va in scena all’XI° Festival di Asti con Jubilaum di Tabori. E’ del ‘94 la sua personale rilettura della storia di Milano dal 1963 al ‘94, con lo spettacolo Milanon Milanin. Paolo è ormai personaggio centrale sulla scena italiana.

Anche il vasto pubblico delle platee televisive ha nel frattempo occasione di conoscerlo: la sua prima “avventura” sul piccolo schermo, quel Su la Testa su Rai 3 nel 1992, fa epoca e diventa la trasmissione del momento. Straordinario ed intelligente intrattenitore, Paolo Rossi, affiancato da Cochi e Lucia Vasini (compagna di molti dei suoi primi spettacoli teatrali), ha l’ulteriore merito di proporre al grande pubblico nella sua trasmissione, tra gli altri, personaggi come Aldo Giovanni e Giacomo, Antonio Albanese, Maurizio Milani, che vedono proprio da allora nascere la loro popolarità. Il 1995 è un altro anno molto importante: l’idea straordinaria è Il Circo di Paolo Rossi, spettacolo itinerante che si sposta con una carovana ed una serie di tendoni per tutta l’Italia (100 repliche in due stagioni), col suo gruppo di 18 tra musicisti e attori/mimi (tra cui i prepotentemente emergenti Aldo Giovanni e Giacomo), divenendo in breve il vero e proprio fenomeno teatrale – e di spettacolo in genere – del momento.

Rossi si è poi concentrato sul suo personalissimo rapporto con i classici per narrare meglio il mondo contemporaneo: amati dalla critica, ma soprattutto da un pubblico ampio e vario (da quello tradizionale delle stagioni in abbonamento fino a quello che si avvicina al teatro proprio per la curiosità suscitata da Rossi), ecco dunque l’intenso e colto Rabelais (1996), liberamente tratto dal “Gargantua e Pantagruele” di François Rabelais; l’originalissimo ed acclamatissimo Romeo & Juliet – Serata di Delirio Organizzato (1998) dove il pubblico, chiamato ad agire all’interno della rappresentazione, diventa senza possibilità di scampo parte integrante dello spettacolo; o, infine, Questa Sera si Recita Molière – Dramma da ridere in due atti (2003), in cui Paolo Rossi veicola forti riferimenti all’attualità all’interno di un’antica recita di guitti della commedia dell’arte, che rielaborano a modo loro scene tratte da una commedia di Molière. Nel 2001, inoltre, scrive, dirige e interpreta Storie per un Delirio Organizzato, sorta di “laboratorio continuo” in cui coinvolgere il pubblico narrando storie di vario tipo: perché il pubblico, per lui, è e deve mantenersi vivo e partecipe anche quando assiste ad uno spettacolo.

In mezzo a tanta produzione dal vivo, c’è ancora bella televisione: nel ‘94/’95 Paolo Rossi partecipa alle molte puntate dell’originale Il Laureato di Piero Chiambretti, su Rai 3, e nel 1997/98 conduce il fortunato Scatafascio, trasmesso su Italia1, cui sono invitati vari altri attori e comici.

Nelle stagioni teatrali 2002/03 e 2003/04 Paolo Rossi porta al pubblico in una lunga tournée seguita da oltre 150.000 spettatori, la sua creazione Il Signor Rossi e la Costituzione – Adunata Popolare di Delirio Organizzato, in cui affronta i temi della coscienza civica e politica del paese con la sua abituale intelligenza ed energia “comica”, appoggiandosi con chiarezza e determinazione su autentici “pilastri culturali” come i classici greci che parlano della tirannia, o il testo stesso della Costituzione italiana.

Il viaggio teatrale di Paolo Rossi nella coscienza civile, politica e sociale dell’Italia contemporanea prosegue nella stagione 2004/05 allargando lo sguardo verso il mondo, verso le altre culture e tradizioni con cui ci si confronta oggi mettendo in gioco ed alla prova il nostro senso civile e democratico. Gli avvenimenti recenti hanno infatti portato nuovi spunti di riflessione a chi, come Rossi, non ama chiudersi nel guscio sicuro e protettivo dei “generi” teatrali già collaudati, ma ama invece esporre ad ogni rischio, continuamente, la propria intelligenza e “vis comica”, confrontandosi con la realtà e con la vita: del resto, un personaggio come lui non potrebbe trovare altra motivazione per salire su un palcoscenico. Da qui nasce Il Signor Rossi contro l’Impero del male, progetto multiculturale a cui contribuisce un cast di artisti italiani e internazionali provenienti dalle più diverse esperienze sceniche.

A distanza di 18 anni dal successo dello spettacolo Chiamatemi Kowalski, che lo fece conoscere al grande pubblico del teatro italiano, Paolo Rossi – accompagnato dalla cantante Syria e da una band – presenta nel 2006 il nuovo spettacolo Chiamatemi Kowalski. Il ritorno (che nella ripresa autunnale diventa Chiamatemi Kowalski. Evolution), che propone nuovi testi – frutto della collaborazione con Carolina De La Calle Casanova, Emanuele Dell’Aquila, Carlo Giuseppe Gabardini e Riccardo Piferi – e recupera i migliori brani – scritti con Gino e Michele, David Riondino e Giampiero Solari – di Chiamatemi Kowalski e degli spettacoli Operaccia Romantica, Sette Spettacoli e Pop & Rebelot, trilogia dove il personaggio di Kowalski ha fatto le sue apparizioni. Il pubblico ha così ritrovato l’attore alle prese con la forma teatrale che lo ha reso famoso: i monologhi ricchi di storie, a volte raccontate con ironia e cattiveria, a volte con un pizzico di poesia, senza dimenticare il rapporto con il pubblico, nello stile di delirio organizzato, caratteristico della sua compagnia Teatro di Rianimazione.

Dall’inizio del 2006 Paolo Rossi torna stabilmente sul piccolo schermo partecipando a numerose puntate di Che tempo che fa, la fortunata trasmissione di Fabio Fazio in onda ogni settimana su RAI 3, di cui è stato ospite fisso anche nel 2007.

Nella primavera 2007, dopo un intenso laboratorio al Piccolo Teatro di Milano, Paolo Rossi mette in scena I giocatori (co-regia di Maria Consagra) uno spettacolo liberamente ispirato al romanzo Il Giocatore di Fëdor Mikhajlovič Dostoevskij. È una versione personalizzata, originale, uno spettacolo corale che coinvolge – oltre a Paolo Rossi – giovani attori provenienti da due realtà emergenti: le compagnie BabyGang di Milano e Pupkin Kabarett di Trieste, qui riunite sotto la denominazione La Confraternita dei Precari.

Nel 2007 canta al Festival di Sanremo con la canzone inedita di Rino Gaetano In Italia si sta male (si sta bene anziché no); presenta (con Claudia Gerini e Andrea Rivera) il Concertone del 1° maggio in Piazza San Giovanni a Roma; partecipa, con quattro diverse performance, alla notte bianca dell’8 settembre a Roma.

Qui si sta come si sta è il titolo dello spettacolo che, nell’estate 2007, mette in scena le contraddizioni in cui viviamo attraverso canzoni, poesie e tante storie legate al suo repertorio passato e recente. Affiancato dalla sua band, capitanata dal chitarrista Emanuele dell’Aquila e composta da Alex Orciari, Marco Parenti e Daniele Perini, alterna alle battute un repertorio musicale ispirato agli Anni Sessanta.

Nel 2008 ritorna sulla scena con uno spettacolo intimo, Sulla strada ancora, in cui racconta al pubblico le proprie vicende personali e creative durante un anno difficile.

Grazie alla collaborazione con la compagnia Babygang, con la quale porta avanti un progetto sul Teatro Popolare, nel 2008 nasce uno spettacolo: Ubu Re d’Italia, liberamente ispirato a Ubu re di Alfred Jarry, un capolavoro del Surrealismo, maschera grottesca e arrogante del potere, che interpreta i giorni contemporanei, denuncia la stupidità di una società culturale e politica vuota.

Nel 2009 ha inizio il percorso di studio e ricerca che porterà nel 2010 al debutto del Mistero Buffo di Dario Fo, in tournée nella stagione 2010-11 e a seguire nel 2011-12 con il titolo Il Mistero Buffo nella versione pop 2.0; lo spettacolo ha registrato oltre 200 repliche e nel 2013 è stato rappresentato alla Union Chapel di Londra e presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles. Nel settembre 2010 firma la regia del Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa che ha inaugurato la 64a Stagione lirica del Teatro sperimentale A. Belli di Spoleto. Nel dicembre 2011, è la volta del Marito disperato, ancora di Cimarosa, per il Teatro di San Carlo di Napoli; lo spettacolo è stato poi portato a Hong Kong nonché ripreso alla Corte Ospitale di Rubiera all’interno di un tendone del circo Togni e trasmesso su Sky Tv.

Dal 2010 collabora con il centro teatrale La Corte Ospitale di Rubiera che produce, oltre a Mistero buffo, Serata del Disonore (2010); L’amore è un cane blu – la conquista dell’Est (debutto novembre 2012).

Nel 2012, a vent’anni di distanza da Su la testa, Paolo Rossi torna in TV con lo show Confessioni di un cabarettista di M.- Esercizi spirituali di rifondazione umoristica, ideato e prodotto in esclusiva per Sky Uno in collaborazione con La Corte Ospitale. Un percorso in tre tappe in cui Rossi, riavvolgendo il corso del tempo, mette in scena una personalissima redenzione televisiva a partire da un ritorno ai monologhi stralunati per cui è divenuto celebre, in un percorso di consapevolezza che attraversa la sua storia di vizi, trasgressioni e colpe.

Nel 2020 torna a teatro con il nuovo spettacolo Pane o libertà – per un futuro immenso repertorio che unisce stand up a commedia dell’arte e commedia greca.

CINEMA

Numerosi i film a cui partecipa come interprete:

Via Montenapoleone, regia di Carlo Vanzina (1986); La donna del traghetto, regia di Amedeo Fago (1986); La coda del diavolo, regia di Giorgio Treves (1986); Montecarlo Gran Casinò, regia di Carlo Vanzina (1987); Kamikazen – Ultima notte a Milano, regia di Gabriele Salvatores (1987); Via Montenapoleone, regia di Carlo Vanzina (1987); I cammelli, regia di Giuseppe Bertolucci (1988); Musica per vecchi animali, regia di Umberto Angelucci e Stefano Benni (1989); Silenzio… si nasce, regia di Giovanni Veronesi (1996); Nirvana, regia di Gabriele Salvatores (1997); Rabelais, diretto da Giampiero Solari (1998); L’erba proibita, regia di Daniele Mazzocca e Cristiano Bortone (2002) – documentario con Paolo Rossi e Dario Fo; Beket, regia di Davide Manuli (2008); Viva Zapatero!, regia di Sabina Guzzanti (2005) – documentario; Niente Paura, regia di Piergiorgio Gay (2010) – documentario; RCL – Ridotte Capacità Lavorative, regia di Massimiliano Carboni (2010); Benvenuti al Nord, regia di Luca Miniero (2012); Poveri ma ricchissimi, regia di Fausto Brizzi (2017); Si muore tutti democristiani, regia de Il Terzo Segreto di Satira (2017); La mia banda suona il pop, regia di Fausto Brizzi (2020); Appunti di un venditore di donne, regia di Fabio Resinaro (2020 per Sky Cinema); Volevo nascondermi, regia di Giorgio Diritti (2020); Acqua e anice, regia di Corrado Ceron (2021).

Paolo Rossi, infine, è sceneggiatore e autore delle musiche di due film di Leone Pompucci: Camerieri (1995) e Il grande botto (2000).

Crediti
regia Paolo Rossi
con Paolo Rossi
e con Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Caterina Gabanella, Alessandro Cassutti, Laura Bussani
drammaturgia di Paolo Rossi e Carlo G. Gabardini
produzione AGIDI srl

Spettacolo
giovedì 14 dicembre 2023 | ore 20.45

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Spettacolo compreso nell’Abbonamento Prosa Classica e inseribile nei Season Pass e nella Gift Card
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