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Bubu è un piccolo gufo che, contrariamente alla sua natura, teme il buio. Grazie all’incoraggiamento della mamma e dei personaggi che incontrerà, scoprirà le mille sfumature del buio e a non avere più paura di essere ciò che effettivamente è: un uccello della notte. Bubu scoprirà che il buio non è solo nero come appare, ma è abbagliante, divertente, affascinante, gentile… È quello che non conosciamo a spaventarci! E la paura ha la stessa dignità di tutte le altre emozioni, bisogna solo imparare a gestirla: può trasformarsi in una risorsa aiutandoci a crescere, imparare cose nuove e scoprire risorse che non sapevamo di avere, così finalmente, sotto la luce della luna, Bubu si alzerà in volo!

“Tutti noi, da piccoli, abbiamo avuto paura del buio. È qualcosa di arcaico, radicato profondamente nell’essere umano. Nella storia a cui ci siamo ispirate la paura diventa ancora più forte e lampante proprio perché in contrasto con la natura stessa del gufetto protagonista: lui, di fatto, non si accetta.  La paura del buio diventa metafora dei nostri timori più profondi, che attraverso la conoscenza e l’esplorazione di sé, si possono superare.”

Crediti
liberamente tratto da “Il gufo che aveva paura del buio” di Jill Tomlinson
di e con Alessia Candido e Giulia Nicolosi
scene Eliana Borgonovo
costumi Maria Barbara De Marco
disegno luci Cristiano Cramerotti
elaborazioni musicali Riccardo Anfossi
realizzazione origami Emma Frigerio
organizzazione Paola A. Binetti
produzione BIBOteatro
con il contributo di Residenza Carte Vive 2018, di Regione Lombardia, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Direzione Spettacolo e di Fondazione Cariplo

Spettacolo
domenica 10 marzo 2024 | ore 16.00

Info
Spettacolo inseribile nel Family Pass

Pietre nere scarnifica e centrifuga la nostra idea di casa.
Il nostro modo di abitare.
Di costruire.
Di occupare un luogo.
Pietre nere è casa in tutte le sue infinite declinazioni.
Personali e sociali.
Intime e pubbliche.
Case di ieri, di oggi, di domani.
Case di pietra e case volanti.
Case mondo e mondo come casa.
È dall’interno di una casa che abitiamo il mondo.
Casa è intimità e separazione.
È cura di sé e luogo di molteplici fratture e divisioni.
Casa è incarnazione della separazione tra urbano e naturale.
Casa è il nostro corpo.
Sono i nostri vestiti.
E’ la persona amata.
E’ un affetto.
Una città, un quartiere.
Casa è il luogo in cui siamo cresciuti.
Casa è un oggetto, una foto, una lettera, un profilo su un social network.

Crediti
di Enrico Castellani e Valeria Raimondi
con la collaborazione artistica di Francesco Alberici
con Francesco Alberici, Enrico Castellani e Valeria Raimondi
e con Orlando Castellani
direzione tecnica Luca Scotton
produzione Babilonia Teatri e La Corte Ospitale
coproduzione Operaestate Festival Veneto
con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna, Fondazione
Compagnia di San Paolo
in collaborazione con Rete Patric e AstiTeatro
Si ringraziano Daniele Costa, Nadia Pillon, Elisa Pregnolato, Jonel
Zanato, Annalisa Zegna, Stefano Masotti, Marco Pesce, Francesco Speri

Spettacolo
venerdì 3 novembre 2023 | ore 20.45

Info
Spettacolo compreso nell’Abbonamento Prosa Contemporanea e inseribile nei Season Pass e nella Gift Card
Rassegna di appartenenza: Prosa contemporanea

 

 

Dopo il fortunato sceneggiato televisivo di Bolchi e La leggenda del grande inquisitore, questo “nuovo Karamazov” è per Orsini l’occasione di confrontarsi direttamente con la complessità del personaggio più controverso e tormentato dell’intera epopea letteraria: Ivan Karamazov, il libero pensatore che teorizza l’amoralità del mondo e conduce forse consapevolmente all’omicidio l’assassino di suo padre; Ivan Karamazov, protagonista controverso e tormentato, colpevole e innocente insieme, ritorna a parlare.

Nella ricchezza d’un linguaggio penetrante quanto immediato e nell’avvicendarsi degli stati psicologici d’un personaggio “amletico” e imprendibile, Umberto Orsini è il grande protagonista d’un inedito viaggio nell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni (la morte del padre, l’esasperato vitalismo, l’incontro con il diavolo…), precipitando Ivan Karamazov nel suo personale “sottosuolo” dal quale egli compone delle allucinate eppure lucidissime memorie, quarant’anni dopo le vicende del romanzo di Dostoevskij.

Crediti
regia Luca Micheletti
drammaturgia di Umberto Orsini e Luca Micheletti
dal romanzo di Fëdor Dostoevskij
scene Giacomo Andrico
costumi Daniele Gelsi
suono Alessandro Saviozzi
luci Carlo Pediani
assistente alla regia Francesco Martucci
produzione Compagnia Umberto Orsini

Spettacolo
martedì 24 ottobre 2023 | ore 20.45

Info
Spettacolo compreso nell’Abbonamento Prosa Classica e inseribile nei Season Pass e nella Gift Card
Rassegna di appartenenza: Prosa classica